|
MARA FERLONI
Le opere di Daniela Poduti Riganelli si possono senz’altro definire “oggetti circuiti del desiderio” e sollecitano nel fruitore un colloquio con le immagini in un gioco di riferimenti ed analogie. La fantasia dell’artista ha uno speciale bisogno di simboli spessp legati alla pubblicità come catarsi di un mondo che lascia sempre più poco spazio alla posia e le immagini apparentemente rassicuranti che riportano ai “cartoons”, spessp nascondono messaggi di sottile violenza, il vero male della nostra società contemporanea. La delicatezza tonale della tavolozza di Daniela riporta alla suggestione dei sogni, oggetti ed essenza di una realtà che appartiene a tutti. La ripetitività di certi temi diventa dissacrazione dell’esistenza che ci fa credere di essere liberi di abbandonarsi al piacere a nostra volontà con la sola alternativa dell’ironia. Osservando le opere di Daniela si compie un viaggio attraverso quell’inconscio che trattiene i nostri desideri nascosti, quegli “ismi” da cui quotidianamente siamo aggrediti, con apparente semplice forma. Tacchi a spillo, donne fatali, sigarette, alcool, droga, minestre che alla lunga annoiano, costituiscono dei punti di una società che si lascia travolgere dai macchino-si e pericolosi ingranaggi che affondano nel fatuo fanno perdere la possibilità di comunicare messaggi positivi e la ricerca compisitiva dell’artista che si esprime attraverso una intuizione realistica di sintesi, vuol essere una risposta per attutire le troppe sollecitazioni della pubblicità, della televisione che continuamente bombardano spesso condizionandoci. Rifacendosi linguisticamente alla lezione della pop art di Andy Warhol, Lichtenstein e Haring, la “open house” della factory che trasformava energia oltre il tempo e lo spazio, dove tutti erano invitati... dove si mangiava..., si beveva...m si facevano feste... la botox end the mirror said, la fatale factory girl, la tortapop, sono tutte metafore per Daniela per evidenziare quella mancanza di equilibrio che diventa il negativo del positivo e le immagini, sequenze di un discorso interiore, pur materializzandosi cromaticamente, restano nude vicino al concetto che raffigurano. Una confluenza di realtà e sogni che trasmettono “dolci” sensazioni espresse in un linguaggio giocoso che nasconde pensieri e desideri segreti svelati attraverso le morbide tonalità di celesti, rosa, gialli, fucsia, cromie che vorrebbero recuperare quell’interiorità schiacciata dall’effimero galoppante, dell’erotismo ambiguo di per sé fugace.
|
|
|
FRANCESCO PICCOLO
Le dipendenze, le schiavitù della nostra mente, spesso dipendono da fatti ancestrali. Immagini distorte dell’ infanzia scolpite erroneamente nella memoria spingono tante intelligenze, oramai adulte, a commettere gesti irrazionali, lontani dal normale meccanismo evolutivo del cervello umano. Ritornare indietro nel tempo allo scopo di vincere il desiderio inesistente creato dalla prima sigaretta, può aiutare a smettere di fumare. Ricordare i fatti più remoti della nostra vita forse può aiutarci a comprenderne gli errori. I quadri di Daniela Poduti sono la riproduzione volutamente elementare dei desideri di un adolescente.
Un’anima giovane che scopre il fascino della tentazione e ne resta colpita, frastornata. Le parole raffigurate nei quadri rinforzano il messaggio, sono come titoli che scorrono per spiegare le scene di un film, è orrendo ma nella loro espressività di graffiti primordiali regalano alle opere uno straordinario candore intellettuale. Non ci sono doppi sensi, le immagini, i commenti raffigurati sono idee, desideri fermati su carta dalle mani di un bambino. La manualità dell’artista è direttamente proporzionale ai soggetti delle opere ma in questo caso può sembrare voluto, una ricerca attenta all’uso di un tratto incerto del pennello, di un leggero ripensamento che il giovane artista corregge lasciandone traccia evidente. |
|
|
FERRUCCIO MASSIMI
C’è una freschezza inusitata nelle opere pittoriche di Daniela Poduti e sorprendentemente non scadono mai nell’ingenuità, sostenute come sono da ironia e giocosità.
È del tutto speculativo pensare che vi possano essere ulteriosi significati reconditi, bisogna accettarle per come appaiono, in parte pop, in altre di carattere (il volto di fanciulla) figurativo tradizionale.
Di primo acchito le ho guardate sorridendo, poi però, riflettendo mi è venuto in mente un pensiero positivo e, questo è quanto basta, quando si fruisce dell’operato di pittori che neppure si conoscono personalmente. |
|
|
COSTANZO COSTANTINI su "IL MESSAGGERO"
LA MODELLA E IL COMMISSARIO
Un caso unico la mostra Tortpop alla Galleria Vittoria di Via Margutta 103 (fino al 14 giugno). L'autrice dipinge con vena ilare, giocosa e ironica torte nuziali, scarpe con tacchi a spillo, donne fatali schiave della droga, dell'alcool e del fumo, come Edie Sedwick, la modella di Andy Warhol morta per overdose. Ma chi è questa singolare pittrice? Si chiama Daniela Poduti Riganelli, è una bella madre di tre figli e fa da molti anni il commissario di Polizia a Foggia. |
|
|